sabato 29 dicembre 2012

A NADIA ANJUMAN


 - vittima afgana della violenza e
del pregiudizio - 
e a tutte le donne oltraggiate nel corpo e nell’anima


Sgorgò alfine il tuo canto
tremante di coraggio
quel canto
che ti rendeva viva
nell'esistere
quel canto 
che ti baciava l'anima
e la mente
quel canto
che sfidava
paura e oltraggio.

E ti costò la vita
tanto ardire.

Con tremore della mano
accarezziamo i tuoi versi
preziosa reliquia
di soffocati aneliti
monito 
all'insipienza crudele
di chi non sa amare
e rispettare
la libertà e la vita.

- Giovanna Giordani - 


Nessuna voglia di cantare


Che cosa dovrei cantare?
Io, che sono odiata dalla vita.
Non c’è nessuna differenza tra cantare e non cantare.
Perché dovrei parlare di dolcezza?
Quando sento l’amarezza.
L’oppressore si diletta.
Ha battuto la mia bocca.
Non ho un compagno nella vita.
Per chi posso essere dolce?
Non c’è nessuna differenza tra parlare, ridere,
Morire, esistere.
Soltanto io e la mia forzata solitudine
Insieme al dispiacere e alla tristezza.
Sono nata per il nulla.
La mia bocca dovrebbe essere sigillata.
Oh, il mio cuore, lo sapete, è la sorgente.
E il tempo per celebrare.
Cosa dovrei fare con un’ala bloccata?
Che non mi permette di volare.
Sono stata silenziosa troppo a lungo.
Ma non ho dimenticato la melodia,
Perché ogni istante bisbiglio le canzoni del mio cuore
Ricordando a me stessa il giorno in cui romperò la gabbia
Per volare via da questa solitudine
E cantare come una persona malinconica.
Io non sono un debole pioppo
Scosso dal vento
Io sono una donna afgana
E la (mia) sensibilità mi porta a lamentarmi



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